Tu, come uno stilita sopra il palo
stai ritto sul tuo candido sostegno,
dissimuli il dolor, come un camàlo,
che viene dall'avere questo ordegno
piantato su, diretto nel tuo retto
che dicono che serva a caricarti.
E penso "non fa un chilo, e neanche un etto"
chi pensa che ti servano tre infarti
per farti ricordare quanto è bella
la vita e quanto il nostro stare male
sia parte del disegno di un Brighella
che gode a suturare con il sale.
e ancora penso, e fanno due pensieri
(che non mi succedeva dal '70),
che a forza di dolori e di doveri
la sacca del mio scroto ormai s'è franta.
E allora ti sollevo e ti sollevo
dal male del tuo perno e poi ti premo
e grido: "Gira! e godi del sollievo!
Che ormai è finita l'epoca degli Emo".