8 agosto 2006

IL BRUTTO E D'ANNATA

Sovente accade, non posso farci nulla,
che nella nostra darwiniana società
un essere vivente, sin da quando è nella culla,
sia giudicato in base alla beltà.

Ma non per la beltà sprecherò altro inchiostro,
troppe penne ne hanno già parlato
e, quindi, non adoprerò il mio estro
per ineggiare al bello e dannato.

Persona assai più interessante,
uomo di virtù, anche se celata,
poeta ispirato, instancabile amante,
parlerò di lui, del brutto e d'annata.

Certo, a prima vista non incanta come adone,
anzi, usualmente spaventa la donzella
che a lui si avvicina con fare sornione
poi, vistolo, fugge siccome gazzella.

Ma, poscia, superato il primo istante,
la gentildonna sta davanti a un bivio,
scappi se il brutto è pure deficiente,
resti se invece è gentile e savio.

quest'ultimo, invero, è un grande incantatore,
unico nel suo genere, maestro di savoir faire,
fine di mente, con voce da tenore,
amante (in senso metaforico!) di Baudelaire.

E, quindi, a voi mi appello gentili e oneste dame,
sappiate ben distinguere, o nobili signore,
tra il genio bruttarello e il bello del reame,
tra l'effimero corpo e il sempiterno core...

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